(Vagrant 2010)
Nemmeno sono passati poco più di sei mesi dall’ultima fatica, “Hombre Lobo”, che Mr. E si rimette già in pista per un nuovo lavoro. Un tempo così ristretto è indice di una urgenza espressiva veramente fortissima. D’altronde la vita di Mark Oliver Everett ha subito proprio di recente una frattura di quelle che destabilizzano eccome: il divorzio dalla moglie, che lo ha lasciato solo nel suo scantinato di Los Angeles. Per le donne come sua moglie E è solito usare l’espressione “donna kamikaze”: una donna che si schianta contro di te con il suo aereo e tu non puoi che morire insieme a loro.
E dalla scarna malinconia che pervade tutto l’album si evince tutta il malessere, il dolore, le pene che pervadono l’animo del barbuto cantautore americano, la distruzione di un amore che va in mille pezzi e con esso il cuore di chi non voleva che le cose andassero così.
“End Times” ci restituisce un Mr. E mai così vicino alla malinconia di Dylan. Via l’elettronica, via le orchestrazioni folk-pop, restano solo la chitarra e la voce di E. Nenie mortali e ballate oscure di un uomo che non trova motivi per continuare a vivere caratterizzano gran parte dell’album, anche se non manca qualche sprazzo di luce in piena tradizione Eels. Tra questi il blues triste di Gone Man, che cela il senso di vuoto dentro i ritmi da ballo del Dylan degli anni ’60, o quello più schizofrenico di Paradise Blues.
È un viaggio nei ricordi di un periodo della vita andato in frantumi, aperto dalle malinconiche memorie dell’amore che fu di The Beginning: “Everything was beautiful and free / In the beginning” dice E nel ritornello della traccia che apre il disco, sussurrandolo con la voce che quasi si spezza. Tra armoniche che spuntano (Nowadays) e sussurri al pianoforte (I Need a Mother) il nostro però non smette di cercare la bellezza nel mondo, anche quando tutto sembra orribile e crolla su di te: “I am a man in gret pain over great beauty / It’s not easy standing on my feet in this days / But you know I’m pretty sure that I’ve been through worse / And I’m sure I can take the hit” recita E con un filo di voce in apertura della traccia finale On My Feet. Il male ora oscura la vista ma un giorno tornerà il sole a ravvivare i colori di un mondo che è comunque bellissimo.
Voto: 8
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