(Wallace Records/Savage Land Records 2009)
A mò di futuristi con qualche anno di ritardo, i MIR interpretano il noise e la no wave come uno scontro di taglienti lastre di metallo e chitarre filtrate in un turbinio di ampere impazziti.
Attivi fin dal 2006, il gruppo arriva solo ora al debutto, prendendosi giustamente tutto il tempo per partorire; i tre sono affiancati da Alex Buess (degli 16-17) in veste di produttore, sicuramente una scelta più che sensata. La partenza dell’album non mi ha esaltato moltissimo, in realtà, sembrando più una sorta di prolungata intro che abbraccia quasi tre canzoni (con l’eccezione di Animal Instict).
La vera carne al fuoco ce la mette la quasi tribale Jimbo che parte con un fare arrancante, per poi entrare nel cervello e cominciare a bruciare tutto quello che trova. Da lì in poi i nostri decollano e non c’è più modo di fermarli, passando per gli incalzanti drone inquieti di Organ Donor fino alla scatenata chiusura quasi-hardcore con Hit. Anche l’aggressiva marcia incalzante di No Parts Inside non passa assolutamente inosservata.
Un debutto di più che buona fattura, da ascoltare.
Voto: 7
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