(Pickled Egg Records 2009)
33 pezzi per circa 48 minuti di durata. Questa piccola indicazione numerica dà forse una vaga idea di cosa ci si possa aspettare dall’ascolto di “Dirty Moves”, secondo full lenght dei Chandeliers, al secolo Harry Brenner, Dan Jungle, Chris Kalis e Scott McGaughey: una (abbondante) manciata di schegge sonore che mescolano kraut rock, new wave, funk, beat tribali, techno, drum’n’bass, minimalismo, free-jazz e psichedelia.
Il disco alla fine risulta più affascinante che sostanzioso: nonostante la scarsa durata, parliamo pur sempre di trentatré brani, per cui il senso di deja-vù ad un certo punto è inevitabile. Per non parlare poi del fatto che forse alcuni pezzi (il funk percussivo ed destrutturato di Analog Gabin, 3rd World, condita da beat tribali e tastierine stranianti, la cosmica Telekinesis, l’electro funk di Baker Bross, Taste of Cherry, impreziosita da spunti free jazz, l’elettronica aliena ed i beat possenti di Prisoner, il funk tribale di Color Motion, la drum’n’bass di Axis ed il minimalismo tastieristico ossessivo di Rice) avrebbero meritato un dispiegamento meno frettoloso, più paziente e “lavorato”, della loro trama sonora.
Ad ogni modo, complimenti ai Chandeliers per il coraggio e l’originalità del progetto, nella speranza che il loro prossimo lavoro si confermi all’altezza del loro indubbiamente singolare talento.
Voto: 7
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