(Autoprodotto/Alkemist Fanatix Europe 2009)
Il Giappone è sempre stato un paese affascinato dal rock pesante e dal metal, interesse che si è intensificato negli anni ’80 e che ha visto la fortuna di diversi gruppi ormai ignorati nel resto del mondo.
La loro passione però non si esaurisce certo qui, anzi, il Nippon-koku è origine di diversi gruppi metallari decisamente interessanti, spesso vera e propria delizia per gli appassionati (penso per esempio ai miei amati Saber Tiger). I Guilty’s Law si inseriscono proprio in questo discorso, essendosi formati addirittura nel 1994.
Purtroppo, diversi problemi di formazione hanno impedito al quintetto giapponese di rilasciare un album o di produrre musica prima del 2002, anno in cui fu finalmente prodotto il primo demo, a cui poi seguirono ‘Generation Stuck’ e ‘Kingdom Dark’. Altri problemi di line-up hanno impedito che la concretizzazione del lavoro in un album, arrivato solo oggi.
I nostri ci propongono un power metal melodico decisamente convenzionale, fermo a ritornelli con cori enormi da far invidia ai Manowar e linee melodiche non dissimili dalle decine di band del genere che spopolavano fino a qualche anno fa. Gli ingredienti son sicuramente ben studiati e mixati al punto giusto, basta sentire Rebirth una strofa decisamente classica: voce e basso, poi entrano le chitarre e anche un coretto per un paio di secondi e poi torna la voce in solitario. Classico che più di così non si può.
Insomma, non c’è proprio da aspettarsi grandi svisate da quanto messo giù nelle lande teutoniche una ventina d’anni fa, solo che i Guilty’s Law non azzeccano moltissimi ritornelli o melodie funzionanti, il tutto sembra un minestrone di già sentito, suonato sicuramente con competenza, ma difficile da ricordare anche dopo ripetuti ascolti. La produzione poi trasforma tutto in una paludazza di toni medi ardua da mandar giù. In ogni caso, speriamo che la line-up regga abbastanza da poterci proporre un seguito…
Voto: 6
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