Di Marco Loprete
Ci sono libri che non vanno divorati ma piuttosto assaporati lentamente per gustarne appieno tutti gli aromi, le sfumature, i colori. “C’è silenzio lassù”, primo romanzo dell’olandese Gerbrand Bakker, è esattamente uno di quei libri. Racconta della storia di Helmer, che, dopo la morte dell’amato fratello gemello Henk, è costretto da un padre – padrone ad abbandonare i propri studi di letteratura ad Amsterdam per ritornarsene nell’angolo sperduto del nord Olanda in cui i suoi hanno una fattoria. Per i successivi trent’anni si occupa degli amati asini, delle vacche, delle galline, delle pecore e consuma una sorta di silenziosa ed incruenta vendetta sul padre (la madre è morta da tempo): rinchiude l’uomo, ormai anziano e infermo, in una camera al primo piano della cascina, limitandosi a portargli i pasti e a scambiare poche e distaccate parole. La struggente nostalgia per il passato, la solitudine, la frustrazione di aver vissuto per anni una vita non sua sono i sentimenti che animano Helmer. Ma le cose sono destinate a cambiare, grazie all’incontro con la stupenda Riet, un tempo fidanzata del fratello, e con il figlio di lei (nato dal matrimonio con lo scomparso Wien), che di nome fa proprio Henk. Da quel momento comincia una lenta e dolorosa risalita verso la luce, l’emancipazione, e forse, chissà, la felicità.
“C’è silenzio lassù” è un’opera sorprendente. La qualità della scrittura di Bakker è davvero elevatissima: un minimalismo esistenzialista con qualche punta di humor sempre discreto, in cui, oltre ad una notevole attenzione per la psicologia dei personaggi (tutti assolutamente memorabili, da questo punto di vista – anche quelli apparentemente minori, come la vicina Ada e i suoi due bambini), emerge la raffigurazione del paesaggio come “specchio dell’anima”, come “correlativo oggettivo” degli stati d’animo del protagonista. Ecco perché ‘C’è silenzio lassù’ merita molto di più di una lettura veloce: solo sincronizzandosi sull’andamento scrittura di Bakker, placido come il fluire di certi ruscelletti di montagna, è possibile cogliere appieno la ricchezza di questo grandissimo libro.
Link: Editore Iperborea, 2009