(Videoradio 2009)
Confesso che dal booklet e dall’aria vagamente ridanciana del pacchetto, mi sarei aspettato la solita punk band nostrana dai testi irriverenti. Invece i Made Dopo (eh sì, è l’abbreviazione ufficiale) preferiscono fare propria la lingua del rock alternativo italiano dei primi anni ’80/fine anni ’70: un po’ del polveroso e spiritato Vasco Rossi, il distaccato sarcasmo di un Rino Gaetano e lo stile punk asciutto del primo Enrico Ruggeri solista.
La voce ruvida di Luca Romagnoli ci accompagna in pezzi di tragedia moderna come Voglio Solo Farmi Male o Elementare Watson; inizialmente la band suona particolarmente fresca alle nostre affaticate orecchie, accompagnando dei testi sapidi con un tappeto musicale aggiornato ed efficace.
Poi nel corso dell’album, la pesantezza comincia purtroppo a farsi sentire, peggiorata anche da pezzi fin troppo lunghi per essere sopportati (le due finali sono particolarmente ardue) e da una voce che decade sempre di più verso il rauco, abbandonando i toni più affettati dell’inizio.
La produzione incespica ogni tanto, ma in genere si mantiene su buon livello, riuscendo anche a far del male con qualche accelerata rock (Prendendo a Pugni l’Aria), la band poi riesce sempre a inanellare testi ironici e disperati al punto giusto (l’ottima Panico). Ogni tanto poi, le due qualità si uniscono meravigliosamente con risultati davvero sbrindellati che vi faranno sorridere (“Ti servo uno schiaffo soltanto poetico, che sembro Saffo, ma ti giuro ero l’uomo più buono del mondo, prima di conoscere te”).
Insomma, il debutto degli abruzzesi Made Dopo l’ho trovato proprio intrigante, al di là di qualche difetto e qualche scelta da rivedere; peccato che al momento risulti piuttosto difficile da trovare, perfino sull’homepage della casa discografica non ve n’è menzione. Forse è meglio rivolgersi direttamente alla band sul loro myspace.
Voto: 7
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