(Uk Division Records/Alkemist Fanatix Europe/Andromeda Distribuzioni 2009)
Ci è tosto arrivato un bel disco argenteo di black metal dalla Basilicata, e ogni tanto pure ci vuole! Fortunatamente i Nefertum, attivi dal 2003, non mi hanno proprio deluso in quanto a qualità.
Il black dei Nefertum è piuttosto classico come proposta, senza dover per forza citare i soliti nomi; non mancano però inserimenti di tastiera, più o meno azzeccati, e qualche svisata sperimentale che li aiuta a mantenere accattivante il suono. La brutalità è comunque innegabile e la produzione aiuta ogni singolo riff e scream a colpire il timpano, basta ascoltare lo splendido breakdown di riff su Beneath the Ashes che conduce poi a un godurioso assolo o il riff mezzo Trouble mezzo Dimmu Borgir di Blackhearted.
Insomma il gruppo ci sa fare, sia compositivamente che melodicamente; potrebbero aggiustare e arricchire ancora di più la loro proposta, non v’è dubbio, ma siamo comunque di fronte a un debutto di ottima fattura.
Ho trovato intrigante, poi, l’utilizzo dell’inglese da parte dei nostri, nonostante la padronanza non sia delle migliori, c’è una notevole ricerca lessicale che rende i testi molto più efficaci della media di gruppi simili. Gli argomenti trattati anche non sono certo i soliti, scordatevi pure il demonio, qui si parla dell’effetto corrosivo del denaro, guerra e la bestialità dell’essere umano. Su questo hanno il mio completo plauso.
Un’altra cosa interessante sull’album la si trova cercando qualche informazione sulla rete: le polemiche tra la band, specialmente il chitarrista, e i recensori non mancano. Non è mia prassi schierarmi per nessuno, soprattutto in una sede ove sarei chiaramente fuori luogo, ma entrambe le parti hanno le loro ragioni e il problema di fondo rimane che la scena musicale italiana soffre degli stessi sintomi di qualsiasi altra cosa prodotta sull’italico suolo. E dispiace di più quando il problema va a investire gruppi che meriterebbero attenzione.
Chiuso qui l’argomento, rimane la musica, e quella dei Nefertum può indubbiamente essere apprezzata da fruitori del genere o da semplici interessati alla scena metal italiana. Un ottimo debutto che potrebbe ancora essere migliorato da un seguito, che personalmente non vedo l’ora di ascoltare.
Voto: 8
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