(Trovarobato 2010)
Tra i personaggi strambi che popolano la scena indie nostrana un posto d’onore spetta sicuramente a Dino Fumaretto, alter ego artistico del mantovano Elia Billoni. L’idea iniziale alla base del progetto, nato nel 2002, era quella di spaziare dal fumetto alla letteratura passando per cinema, teatro e musica. Poiché per stessa ammissione di Billoni il ventaglio di possibilità espressive era troppo ampio, il nostro ha preferito concentrarsi sulla canzone. Così, dopo un esordio autoprodotto (“Buchi”, 2006, che raccoglieva le composizioni di un biennio) e un EP (“Pitocco”, 2009, autoprodotto anche questo), questo bizzarro cantastorie pubblica ora il primo lavoro per un etichetta (la Trovarobato), dal titolo “La Vita è Breve e Spesso Rimane Sotto”, confermando un talento assai singolare.
Le sue canzoni, presentano melodie oblique ed arrangiamenti scarni (voce, pianoforte, tastiere, kazoo e armonica a bocca, tutto suonato da Billoni), sono cantate con un registro assai teatrale, spesso sopra le righe e soprattutto raccontano storie in cui umorismo nero e dolore esistenziale si mescolano in chiave grottesca e surreale. Le quindici tracce del CD parlano di fantasia omicide (Venite Assassini, Scorpione Nero, Sogno d’Appendice, Omicidio), solitudini kafkiane (Vita in Ufficio), amori finiti (Ti Ricordi il Mio Dolore?), presentano spunti autobiografici (Immersioni) o riflettono sull’arte, la creatività ed il mondo dello show biz (Mostra, Iiih!). Ad accomunarle, l’imprevedibilità delle linee melodiche, il piglio eccentrico e nevrotico dell’esecuzione ed una straordinaria abilità di muoversi lungo il crinale sottilissimo che separa il riso dalla tragedia.
Una delle voci più originali della canzone italiana.
Voto: 8
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