(Grammofono Alla Nitro/5ive Roses 2010)
Esordio all’insegna di un post rock eseguito con tecnica pregevole ma che difetta di anima per i Death Mantra For Lazarus. La band è nata dall’incontro di quattro musicisti già attivi in band della scena musicale abruzzese: il chitarrista Lorenzo Conti militava nei noiser Negative Trip, l’altro compagno di sei corde Alessandro Di Fabrizio suonava (e cantava) negli alternative rocker Keep Out, il bassista Tonino Bosco ed il batterista Federico Sergente costituivano, invece, la sezione ritmica degli stoner Zippo. Dall’unione di sensibilità così diverse era lecito attendersi un lavoro vario, eterogeneo, originale. Ed invece siamo dalle parti del più classico post rock, fatto di lunghi brani prevalentemente strumentali (fanno eccezione i vocalizzi eterei della title track ed il recitato alla Emidio Clementi di Umberto Palazzo dei Santo Niente in Maria Callas). Protagonista indiscussa è la chitarra, che ora inanella tenui arpeggi (che contribuiscono a conferire inflessioni psichedeliche a certe tracce, vedi Atlantide e MU) ed ora esplode in tutta la sua furia (Carousell, Boreale), concedendosi persino passaggi noise (Opinion Is Not Math). Gli arrangiamenti, oltre che su questa alternanza piano – forte di chitarra, fanno leva anche su un accompagnamento orchestrale che solo in alcuni casi (Boreale) riesce a regalare emozionanti crescendo finali.
Tirando le somme, compitino svolto senza infamia e senza lode. Ma – fidatevi – di dischi così, in giro, ce ne sono quanti ne volete…
Voto: 5
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