(Black Fading Records/Alkemist Fanatix Europe/Plastic Head Distribuzioni 2009)
Un disco in gran parte dettato dall’esperienza, questo Bleeding Miles; si tratta della prima uscita ufficiale dei trevigiani Amantyde, anche se comunque i nostri lavorano già da diversi anni riuscendo anche a rilasciare ben tre lavori autoprodotti. Insomma non parliamo certo degli ultimi arrivati.
Lo stile della band, al momento, si colloca in una nicchia ideale tra nu-metal, crossover e un po’ di rock alternativo, così da cercare di prendersi quanto più pubblico possibile e non scontentare nessuno. Di conseguenza spesso le salite aggressive e poi le discese melodiche non si sposano così bene come vorrebbero, difetto piuttosto evidente in Never Enough.
Funzionano meglio i pezzi meno oscillanti, come la più melodica Aileene, con tanto di riff iniziale praticamente scippato ai poveri Katatonia, la discreta cover di What Else is There (dei Royskopp, e no, stranamente, non l’hanno proprio disintegrata), o anche la compatta Dust Childhood.
Da notare una buona produzione e tecnica; condite da una più che discreta prova vocale della cantante Nicky, un rimando a metà tra i Guano Apes e gli inevitabili Lacuna Coil.
‘Bleeding Miles’ è un album che comunque suona bene, si trascina via piuttosto placido senza grandi capolavori o stupori musicali. Lecito aspettarsi qualcosa di più la prossima volta, sicuramente. Come piccola nota di colore, la riflessione della cantante Nicky “la gente viene a vedere i miei concerti solo perché ho le tette grosse” mi ha fatto sorridere, sollevando un problema piuttosto (ig)noto ai più e dimostrando una sincerità rinfrescante.
Voto: 7
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