(Altipiani/Audioglobe 2009)
Se le notizie recepite online sono giuste, i Surgery sono una band romana ormai attiva da un decennio e che porta alle stampe il proprio terzo disco, seguito de “L’Altra Educazione”, datato 2006.
La miscela di dark-metal ed elettronica potrebbe essere come idea interessante ma la resa dei nostri sette cavalieri è piuttosto dozzinale. Il mix di riffoni violenti di chitarra e linee sintetiche che si intrecciano pacchianamente ha sonorità molto eighties, la voce da santone di Daniele Coccia fa quasi sorridere nella sua epicità. È come se i Cccp avessero deciso di travestirsi da Ramnstein per la festa di carnevale a casa di Giorgio Moroder. La perfezione della produzione, poi, rende ancor più non dico ridicolo ma anacronisticamente pomposo il tutto.
Ma forse la vera nota dolente sono i testi. Interessante l’idea di toccare tematiche sociali in un genere che poco spesso lo fa (Dolcissima Italia, Comaradio, Totem e Tv, Produci, Consuma, Crepa, Disinnesca la Croce). Ma le liriche sono spesso banali all’inverosimile.
L’immaginario che si crea è un film horror che in realtà non fa alcuna paura. La band si concede anche una ballata raggelata tra piano e synth (Classe Onirica), ma è solo una pausa nel marasma orrorifico dei romani.
Il fatto è che questi Surgery, secondo me, di idee brillanti ne avrebbero pure ma faticano a metterle in pratica. Urge una riordinatina alle idee, ma chi la può dare?
Voto: 4
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