(Uk Division Records/Alkemist Fanatix Europe/Andromeda Distribuzioni 2009)
Vengono da Rovigo gli Everglade e festeggiano, con l’uscita del loro primo album, il sesto anno di attività, anche se a sentirli non si direbbe molto.
Questo perché il gruppo non presenta un sound particolarmente definito, siamo in campo rock con qualche influenza grunge, un po’ di blues come condimento e il tutto tenuto piuttosto generico e ‘ammeriggano’, senza però una particolare direzione o qualcosa di particolarmente importante da dire.
La grinta non manca, anche se certi pezzi suonano particolarmente spenti (tra cui l’iniziale Human Being), ma a parte ciò e una produzione bella pulita, non c’è molta altra carne al fuoco. I temi trattati dalla band poi diventano particolarmente imbarazzanti, se espressi in un inglese zoppicante ulteriormente peggiorato dal pesante accento del cantante Matteo ‘Barba’ Panin che non sembra aver particolarmente giovato del periodo di gavetta.
Gli Everglade per quanto si sente che ci vogliano provare, non riescono proprio a suonare originali o particolarmente degni della piena attenzione dell’ascoltatore, anche pezzi ben costruiti come A Bitter Taste si perdono nel mare magnum di proposte poco intriganti (Weak Voices).
Per quanto ‘Things to Save’ sia un album professionale, purtroppo pecca di contenuti che siano definibili degni di attenzione, soprattutto per chi vorrebbe qualcosa di più che un rock con qualche inflessione grungettosa. Vediamo se riusciranno a stupirci in futuro.
Voto: 6
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