(Morone Records 2009)
Per l’ennesima volta non sapevo bene cosa aspettarmi da un album con un simile titolo: una band ridanciana, altri Gem Boy? Beh, in effetti la prima traccia sembrerebbe confermare l’ipotesi di volerci presentare qualcosa di goliardico, poi però la partenza aggressiva di Lead Coating butta tutto a mare.
La band calabrese ha preso un bel calderone e ci ha buttato dentro un po’ di tutto, dai riff angolari dei Fugazi, all’indie rock spocato degli Afterhours di ‘Pelle’ e l’aggressività dei primi Silkworm. Il risultato è un minestrone dal sapore bizzarro e misterioso, interpretato dagli Ogun con una foga adirezionale che lascia facilmente spaesati.
Di spunti interessanti ce ne sarebbero davvero tanti: il finale noise/melodico di Screamin’ Disease, la quasi-strumentale-per-poi-esplodere-in-urla a là Promise Ring Mike Fink, la più convenzionale ma ottimamente interpretata Last Winter.
Insomma, da un lato è facile restare colpiti dagli Ogun Ferraille, ma allo stesso tempo è difficile riuscire a capire cosa esattamente intendano comunicarci con i loro pezzi molto sentiti. Magari va benissimo così, però allo stesso tempo ritengo che sicuramente gioverebbe all’ascoltatore riuscire a penetrare un po’ il muro di suono dei calabresi, e magari tornare a casa con qualche informazione in più di quando li ha ascoltati per la prima volta. Anche le liriche in inglese necessiterebbero di qualche attenzione, pur se si mantengono brevi e precise.
In ogni caso, Finalmente… rimane una proposta sicuramente intrigante, di quelle che non capitano poi spesso in una scena musicale sempre dedita all’incasellamento costante di ogni gruppo. Quindi, spero che tutte le mie critiche s’intendano come costruttive, ché la band mi sembra di quelle davvero promettenti.
Voto: 7
Link correlati:Ogun Ferraille My Space Page