(Boogie Records/BloodyResistance Distribuzioni 2009)
Confesso che di operazione di marketing e di sputtanamenti vari ne avevo viste tante, ma questa dei Rumatera mette uno spin diverso alla cosa. Sì, perché si tratta di un album (e una band) nata con l’intento di perculare i tosi di campagna, quei simpatici ragazzi veneti che pensano solo a divertirsi, poverini.
E fin qui tutto giusto e tutto legittimo, solo che ‘My Crew’ è la traduzione americana di questo intento, sparito ogni italico riferimento, siamo in pieno campo so-cal punk rock.
A volte evocano i Blink 182 (fin troppo palesemente in I Miss you), a volte invece cadono su punk più eighties, ma di sicuro non sapendo il background, mai avrei pensato che Whiskey Bar sarebbe la traduzione di “Morti di Figa”.
Eppure, nonostante tutto ciò i Rumatera mettono giù un piattino proprio ben fatto, prodotto più che discretamente, suonato in maniera decente e, stranamente, credibile. I pezzi riescono anche a essere orecchiabili senza far girare le palle, cosa piuttosto strana anche per uno come me che ‘sto genere non lo sopporta più da un paio di decenni. Sono vecchio, abbiate pazienza, al massimo posso ascoltare il catetere punk.
Detto ciò, ho i miei dubbi che l’operazione di marketing possa avere pieno successo e ne ho ancora di più su quanto senso possa avere, ma se i risultati sono questi, direi che c’è comunque poco da lamentarsi. Un dischetto caruccio per riempirvi una mezz’ora di punk rocketto.
Voto: 6
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