(NaxoProd/5ive Roses Promotions/Urgence Disk 2010)
Se i Pere Ubu, il Mike Patton versione Tomahawk, gli Old Time Relijun e il David Byrne dei primi quattro album dei Talking Heads (e soprattutto di “My Life In The Bush Of Ghosts”, disco-capolavoro del 1981 registrato con Brian Eno) si trovassero assieme per una jam session (magari sotto la direzione artistica di Captain Beefheart), probabilmente ne verrebbe fuori qualcosa di non molto dissimile da questo omonimo esordio degli Heraclite. La multinazionale band (i componenti provengono da Grecia, Svizzera, Belgio e Francia) guidata da Gautier Degandt ci regala dieci tracce all’insegna di un impasto tra afro, funk e folk che guarda tanto al “continente nero” quanto all’Ellade (i testi sono in greco antico ed il nome stesso della band omaggia il filosofo presocratico del “tutto scorre”). Il combo si destreggia abilmente tra danze di guerra minimaliste (Nuctipolois), mantra ipnotici (Potamo, Phroneussi, con quest’ultima che sfodera un bel basso dub), spunti reggae (Ten Toihessine), funk disarticolati (Polumathie) ed ammiccamenti alla no wave (Paidos), puntando su arrangiamenti decisamente atmosferici, imperniati su oscure percussioni tribali, nevrotiche chitarre (post) punk-funk, sax minacciosamente free e bassi profondi.
Lavoro intenso, eterogeneo, intrigante.
Voto: 8
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