Diaz-Infante/Mota/Robair/Rodrigues ‘Our Faceless Empire’

(Pax Recordings 2010)

Elettroacustica angolare, frutto di un’intensa giornata di
registrazioni in quel di Oakland nel 2006.
Incontro/incrocio, fra
i due statunitensi, Gino Robair (energized surfaces/voltage
made audible), ed Ernesto Diaz-Infante (chitarra acustica),
con i portoghesi, Manuel Mota (chitarra elettrica), ed Ernesto
Rodrigues (viola).
Dialogo spontaneo e misterico, in aperto
flirt con il silenzio.
Di Diaz-Infante, Mota e Rodrigues, abbiam
più volte parlato su Kathodik (la ricerca non sarà
difficile).
Gino Robair, è sperimentatore singolare, che
utilizza strumenti autoprodotti, modificati, o semplicemente
trovati.
Tom Waits, John Butcher, Anthony
Braxton
, ed un migliaio d’altri, in diversa formula e varietà,
si son avvalsi del suo contributo artistico.
Praticamente nel
guado, fra folk ruvido di strada, scossoni jazz e
sperimentazione.
“Our Faceless Empire”, è un
susseguirsi, elusivo, fra elettrico ed acustico.
Eseguito con
spirito Cage e Feldman, microscopiche eruzioni blues, e
pratica Bailey.
Le superfici amplificate, e le frequenze
rese udibili, di Robair, che suggestionano, ed indicano la direzione
da prendere.
Combinazioni acustiche, che si tramutano, per
raffinata ricerca timbrica, in sezioni percussive elettroniche.
Gioco
riduzionista, che rispetta il silenzio, e lo riempie di brulicante
ispirazione.
Quando la viola di Rodrigues, incrocia in perfetta
simbiosi, la sollecitazione del metallo stridente, siam folgorati da
un ricordo/miraggio, i Velvet con Cale, in combutta con
Eddie Prévost.
Non semplice, ma dotato di un
fascino, che ascolto dopo ascolto, cattura ed avvince.
Bertoia
e Partch, avrebbero annuito soddisfatti.
Non per tutti, ma
d’intenso, spigoloso, fascino.

Voto: 7

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