(Subsound/Goodfellas 2010)
Esordio col botto per i Dogs For Breakfast da Cuneo sotto l’egida della Subsound e con la collaborazione, in 2 dei 5 brani, del robusto sax baritono di Luca T. Mai, direttamente da casa ZU. Il caos regna sovrano nella mente di questi ragazzi che esibiscono un’innata quanto insana predisposizione per l’ibrido format del post-core, agganciando al proprio mood gli insegnamenti metallici dei Norma Jean prima fase, la più rigorosa, Neurosis, e una dose piuttosto seria di noise metropolitano vicino agli Unsane. E proprio da questi ultimi è possibile avviare l’operazione identificativa sul primo capitolo, The Beginning: digressione gravida di dissonanza e di stacchi noise della chitarra sul cui scemare s’inserisce a meraviglia la poetica free del Mai, in primis a mò di pesante fendente mordi e fuggi, in seconda istanza attraverso il ‘classico’ idioma free. Blood River alza il gomito con la pratica noise, riuscendoci grazie al timbro lacerante delle vocals di Fabio Oliva, a differenza delle consorelle I’ll Guide Your Soul e Your God Is Gone, devote con orgoglio all’insurrezione della new school: dove la prima cela analogie con la frenesia al cardiopalma dei Converge, la seconda frastorna i timpani con un pizzico di spavalderia macho in più. Stiramenti patologici della materia direzionati verso un estetismo informale della dilatazione si conficcano, invece, come spine nel fianco nel cuore decelerato di Three Steps To Salvation: un milieu nevralgico tra la dolorosa inflessione al ralenti degli ultimi Neurosis e le ritmiche geometriche del post-rock, entrambe disimpegnate da una scarica prolungata di rumore selvaggio allo stato brado.
Voto: 7
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