(Wallace Records, 2010)
Neanche il tempo di inserire “Clan” nel lettore CD che ci siamo trovati catapultati senza preavviso alcuno in un paesaggio sonoro magmatico, ribollente, all’insegna di un post-rock che più nevrotico ed ossessivo non si può. Quartetto trentino formatosi tra il 1999 ed il 2000 ed attualmente composto da Damiano (chitarra), Walter (basso), Leonardo (batteria) e Paolo (synth), i The Hutchinson, dopo l’ottimo debutto di “Sitespecific for orange squirrel” (2007), alzano il tiro e fanno di nuovo centro. “Clan” è infatti una sorprendente miscela di math-rock, kraut-rock, funk, noise e psichedelia. I quattro, insomma, giocano a sparigliare le carte e si divertono (e divertono) un mondo. Il Tigre è un frullato di prog, hard & heavy e funk; Atom Ama si colloca tra Battles e Hawkwind; Cinghios (la più lunga della raccolta, con i suoi oltre sette minuti) innesta sui ritmi tribali della batteria una geometrica partitura math-funk (con qualche sfumatura jazz proveniente dal sax di Manuel Marocchi) che degenera in un finale incendiario; Linfame è post-funk-jazz-rock; la torrida chitarra wha-wha di Gnuh Entry, pezzo venato di psichedelia acida, sfocia nella conclusiva Dood, funk-metal disarticolato à la Primus che nel finale si stempera in un requiem per piano e campionamenti vocali.
Più che un disco di canzoni, un loop di nevrosi ritmico/chitarristiche che (salvo gli ultimi secondi) non concede neppure un attimo di tregua. Ottimo.
Voto: 8
Link correlati:Wallace Records Home Page