(Accretions 2010)
Nasconde sorprese, la tutto sommato classica, struttura acustica
dell’Axis Trio.
Piano, basso e batteria.
Jazz, pulsione
funk, umori etnici, intima volontà (rock) da camera.
Una
proposta però, tutt’altro che addomesticata.
Leggere
intrusioni, di un’elettronica quietamente malinconica e frammentata,
donano al tutto, un’elasticità espressiva di chiara
derivazione pop.
Placido convivio, di umori Debussy,
Coltrane, Aphex Twin e Radiohead
(nell’attitudine sperimentale leggera).
Magnifiche e
lussureggianti ballate, con linee pianistiche tirate a lucido ed una
ritmica sublime, tormentata ed evocativa.
L’Axis Trio, sono, il
pianista Amino Belyamani, le percussioni di Qasim Naqvi
(entrambi incontrati da poco, nell’ottimo progetto, Dawn Of Midi),
ed il basso di Sam Minaie.
Le origini dei tre, fra Marocco,
Pakistan ed Iran, certamente contribuiscono non poco, all’aroma di
terra, che si respira in quest’ottimo “Anthem”.
Undici
numeri, originali e stimolanti, che intercettano, più di una
cifra stilistica.
L’iniziale, splendida, When The Curd Meets
The Rennet(e qui, i Radiohead son evidenti…), l’intimo e
possente crescendo di Anthem,
il pestato rock/fusion di …Then It Walked, una ridda di
segni, inebrianti e sempre sottilmente fuori asse.
Si ascolta con
piacere ed interesse.
Si può dire questo, di molte
produzioni recenti?
Voto: 7
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