(Boom Devil 2010)
Salvo Rizzuto e Sante Barbagallo, come dice il titolo del loro album sotto il moniker Loners (dalla canzone di Neil Young The Loner), ricordano un sogno iniziato oltre 30 anni fa. Un sogno che si chiama musica. I due siciliani, amici da una vita, hanno visto separarsi le loro strade quando nel 1978 Salvo emigrò da Siracusa a Londra per seguire quel sogno ed iniziare a lavorare al fianco di gente come Trevor Horn (produttore e frontman dei Buggles, quelli di Video Killed The Radio Star, per intenderci) e Stephen Duffy (chitarrista e paroliere, tra gli altri, di Duran Duran e Robbie Williams). Sante invece decide di restare in Sicilia, dove apre un negozio di dischi e si pone come uno dei fari della scena alternativa locale.
Dopo tanti anni i due si ritrovano e decidono di riprovare a cavalcare quel sogno iniziato all’epoca del punk partendo dall’unica canzone che avevano composto all’epoca. Si tratta della title track di questo album, un canzone dal sapore antico e polveroso del folk-blues ma ancora molto attuale. Ed è proprio da questi territori che sono partiti per la loro nuova avventura. Ma senza fermarsi a quello stadio, cercando un dimensione più soul-pop per la loro creatura.
Nonostante la robusta produzione di Carlo Barbagallo tenti di riportare gli istinti del duo ai giorni nostri con l’uso puntuale anche se poco invadente dell’elettronica, il disco sembra senza tempo, distante dalle mode, incurante dell’acqua passata sotto i ponti. Let It Shine, che apre il disco, è la traccia che può si avvicina al blues di I Remember a Dream, con la slide guitar a guidare le danze. Già con la successiva I’ll Do It Again si vira verso un soul tipicamente seventies, che diventa sempre più padrone nel corso del disco. Ma è un soul che strizza l’occhio al pop, volutamente ammaliante ma forse meno caldo e ammaliante.
La buona volontà in questo caso non basta ai Loners. Il loro sogno ora è realtà, ma l’album, pur gradevole all’ascolto, non è incisivo. Un buon sottofondo musicale da tenere mentre si svolgono altre attività, ad un’esposizione più attenta la noia sopraggiungerebbe inevitabilmente.
Voto: 5
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