(Red Birds Records/Promorama 2010)
Già membro dei Flugge e collaboratore di H.C-B, Salvatore Sultano è indubbiamente una personalità musicalmente eccentrica. Le dieci tracce di “Business Is a Sentiment”, primo lavoro uscito a nome Music for Eleven Instruments, lo dimostrano appieno: canzoncine indie-pop a base di melodie trasognate e sghembe di ascendenza british ricche di spunti sonori ed impreziosite da arrangiamenti che mescolano sapientemente strumenti elettronici ed acustici.
«Non ho adottato un vero e proprio metodo – ha dichiarato Sultano in un’intervista – ho seguito l’istinto e la creatività mettendomi completamente a disposizione del sound che la mia fantasia richiedeva. Scrivevo e registravo delle canzoni che in fase di arrangiamento suonavano grezze, ma dopo averle realizzate mi son aiutato con l’esperienza che ho appreso nel tempo in studio e di tanta buona volontà». Un approccio “libero” alla creazione, insomma, che ha consentito al musicista siciliano (impegnato alla voce, alla chitarra acustica e alle tastiere) di realizzare, con l’apporto di Federico Laudani (chitarra), Salvatore Fichera (basso, chitarra e mandolino) e Riccardo Napoli (batteria e percussioni), i dieci sorprendenti bozzetti raccolti nell’album, composizioni solo all’apparenza fragili ed ingenue, in realtà dotate di un’incredibile solidità e di un’intelligenza armonico-melodica non comune.
Apre le danze My Reflexive Intro (I Live in a Bad Town), una specie di delicata marcetta la cui superficie apparentemente tranquilla è increspata da accenti più cupi. The Music Isn’t Exiciting But Violent parte all’insegna di un incedere ossessivo per poi si sciogliersi in una bella melodia indie-pop. Everyone in Their Room è un valzer straniante con tanto di solo di violino “disturbato” e bombardamento elettronico finale, in cui, tuttavia, si apre uno squarcio melodico di lampante bellezza. Box-Body è un altro terzinato, debitore della lezione degli A Toys Orchestra (la cui influenza, in effetti, aleggia un po’ su tutto il disco). Alba Song, invece, ci tuffa negli anni ’60, omaggiando, con una melodia da incorniciare, il grande Syd Barrett, altro nume tutelare del progetto Music for Eleven Instrument. Happy Song (Part One) è un altro valzerino infarcito di bizzarrie sonore, mentre Fables About Her sfodera di nuovo atmosfere sixties ed una melodia sognante e delicatamente malinconica. Advertising for Healthy Movement, che apre con stridenti dissonanze per poi intonare una melodia indie-pop, anticipa la cupa My Sicilian Love Is Foul, altro bozzetto a tempo di valzer tra folk ed aromi british, con begli innesti di archi e mandolino. La conclusiva Happy Song (Part Two) è l’ennesima piccola delizia, con una melodia ispirata a certe cose recenti del McCartney solista che culmina in una nenia per chitarre, tastiere spettrali e voce.
Si chiude in questo modo “Business Is Sentiment”, album che impone il nome di Sultano tra i più interessanti esponenti della scena indie italiana.
Voto: 8
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