(harmonia mundi 2010)
La musica di Daniele Di Bonaventura, più che evocare emozioni, è essa stessa emozione. Le sue composizioni sembrano seguire le stesse leggi interiori con cui i nostri sentimenti si producono e si sviluppano, riproducendone le medesime dinamiche di tensione, distensione, aumenti e cali di tensione, sensazioni di moto e stati di quiete. Il suo avvolgente bandoneon, in perfetta fusione con i sinuosi archi del Vertere String Quartet che lo accompagnano, ci conduce per mano in questi percorsi interiori dell’animo, e noi ne restiamo avvinti fin dal primo istante. Ma c’è di più. Lungi dall’essere solo una traduzione musicale della morfologia delle emozioni, la musica di Di Bonaventura ne riproduce anche la sostanza, i contenuti, anzi, ne crea di nuovi, inediti, unici. È la melodia il mezzo con cui l’Autore dona senso alle forme da lui disegnate, popola di personaggi − allegri, malinconici, romantici, virtuosi − le trame compositive, ne racconta le vicissitudini. E attraverso il contrappunto, le modulazioni armoniche, la varietà di temi e sviluppi, la vivacità ritmica, egli disegna scenari e situazioni in cui i suoi personaggi si muovono, agiscono, pensano, si commuovono, dando vita a storie in cui non è difficile, anzi è naturale e inevitabile, entrare noi stessi e identificarci, sì da provare, anche se solo per il tempo dell’ascolto, un’esperienza nuova, densa, toccante, inebriante.
Voto: 10
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