Zack Browning ‘Venus Notorius’


(Innova 2010)

La musica di Zack Browning è a tutti gli effetti post-minimalista. La ripetitività gioca un ruolo centrale in tutte le sue composizioni, in cui cellule melodico-ritmiche, cariche di swing e dalla presa immediata, si sviluppano gradualmente e meccanicamente a partire da una serie iniziale. E tuttavia, Browning impedisce che il flusso graduale e meccanico prenda il controllo, trascinandoci nel flusso ipnotico tipico del minimalismo storico. Prima che ciò accada, infatti, il compositore interviene sezionando, sovrapponendo e ricucendo il materiale musicale utilizzato, attraverso un fitto gioco di incastri, specchi e rifrazioni. L’energia contagiosa, di chiara ispirazione pop e rock, che sgorga da tutte le sue composizioni, in cui un ruolo di primo piano è giocato dalle percussioni, non corre il rischio di disperdersi, in quanto viene abilmente incanalata dal compositore in sentieri impervi, ramificati, ma che in ultimo ci conducono alla luce.

Voto: 9

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