(Navona Records 2010)
In barba a chi pensa che la creatività sia una cosa che scema con l’età, e di chi ritiene che il contemporaneo appartenga solo ai giovani, Hans Bakker è un musicista olandese che ha iniziato a comporre solo negli anni Novanta, a cinquant’anni suonati, e non per motivi utilitaristici, ma per sincera ispirazione − d’altronde, chi mai cercherebbe la gloria attraverso la musica contemporanea? Tale ispirazione assume forme di volta in volta cangianti, a seconda dell’intento espressivo dell’Autore. Si va così dal contrappunto denso ed estatico dei quattro brani per ensemble di soli archi, tra cui spiccano il radioso Cantus e il meditativo Est, al lirismo intenso dei Short pieces per violoncello e pianoforte e dell’Elegia per violino e pianoforte; per approdare infine ai soliloqui interiori dei tre Mantra finali. Pur emanando dai sentimenti e dai pensieri privati del compositore, tutti i brani parlano all’ascoltatore in modo diretto, grazie a una scrittura che non rinuncia mai alla chiarezza, nemmeno negli episodi più complessi e apparentemente disuniti, e che fa della concentrazione espressiva un suo evidente punto di forza.
Voto: 9
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