(Hot Steel Records 2010)
Ritornano i Buattitime, gruppo dalla notevole attività internazionale, ma di origine ravennate; adesso con l’aggiunta di un batterista e un’impronta sicuramente più rock rispetto alla precedente elettronica.
I nostri in ‘Strong antidots’ si giocano una lunga serie di carte di ogni seme e colore, con risultati indubbiamente intriganti ma a volte altalenanti. Se una traccia pseudostoner come Il Messicano gli riesce più che discretamente, il danzereccio post punk Sandman lascia abbastanza indifferenti, mentre As long as you can avrebbe i numeri per colpire ma è fin troppo derivativa (Editors, per dirne uno a caso?). Mi fa strano dire una cosa del genere considerando il passato dei Buattitime, ma un uso più coraggioso dell’elettronica credo proprio che avrebbe aiutato. D’altronde, o si utilizza in maniera intelligente o se sta lì solo per riempire due minuti di strumentale e per qualche intrusione qui e lì, meglio evitare.
Decisamente meglio riesce Tommy, il pezzo migliore del disco, progressive e incalzante, con un sound azzeccato; Everything is on tape invece riesce in una perfetta imitazione del post punk moderno, ma è un pezzo che funziona per conto suo e potrebbe essere un ottimo singolo. Notevole anche l’esplosiva ballata finale, Friedly Line.
Il tutto è ovviamente impacchettato in una confezione impeccabile, dico ovviamente perché l’album è prodotto dal chitarrista della band, già noto alle masse per aver collaborato con Extrema, This is a standoff e così via, il risultato è quindi ottimo.
Insomma, per quanto ‘Strong antidots against love soaps’ vive fin troppo in funzione di ogni singola traccia e difetta di elementi coesivi, è comunque il frutto di un gruppo dalla gran professionalità ed esperienza, che merita attenzione da parte del pubblico e dei media. Promossi.
Voto: 7
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