(Amirani 2010)
Un corrosivo flusso, di radicalità
cameristiche.
Perfettamente simbiotico alla denominazione pubblica
scelta.
Potrebbe terminar a questo punto la recensione di
quest’opera.
Ma sarebbe un peccato, perché, Gianni
Mimmo, Angelo Contini, John Russell, Andrea
Serrapiglio, e Jean Michel Van Schouwburg,
(rispettivamente: sax soprano, trombone, chitarra, violoncello e
voce), nell’ideale polvere raccolta negli angoli, di stanze immerse
nella penombra, trovano più di un arnese, adatto a sovvertire
il flusso quotidiano di suoni, al quale siamo assuefatti.
Stanze
con le porte aperte, dalle quali, filtrano e si fondono, senza ansia
ne accavallamenti esecutivi, la matrice europea (il fattore impro), e
lo specchio di un ricordo afroamericano (il blues e il
jazz).
Spigoloso e surrealista, ma di umanissima umiltà e
sincerità intellettuale.
Perché in realtà,
“No Room For Doubt”, si rivela esser, un prezioso lavoro
di scavo, alla ricerca di una tradizione idealizzata, che ingloba
silenzi e pensieri alla stessa stregua.
Esposizione nuda e
cruda.
Una sequela di composizioni istantanee, ruspanti e non
appesantite da eccessi cerebrali.
Tutt’altro, fra ghigni, smorfie
e borbottamenti assortiti, non sarà difficile intercettar il
proprio di sorriso, che si aprirà sempre più convinto,
ascolto dopo ascolto.
Non produce mal di testa e si offre
oltretutto con una superba confezione.
Vi serve altro?
La
sensazione conclusiva è che, al di sopra delle nostre teste
(grazie a qualche Dio…), c’è ancora chi non perde occasione,
per lasciar viaggiar la propria immaginazione, tramutandola in
obliqui manufatti.
Curiosità e coraggio, son doti che non
difettano in questo frangente.
Ed impossibile, è termine
coniato per spaventar i bambini (in Amirani lo sanno
bene…).
Voto: 8
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