Vipcancro ‘Tropico’


(Lisca Records 2010)

Strana anomalia nostrana, quella dei lucchesi Vipcancro.
Un
suono improvvisativo, colto e rumoroso.
Che mira l’espansione
temporale, in versione catartico/minimale/stordente.
Strumentazione
disastrata, fra basso, percussioni e nastri, voce, oscillatori,
effetti e feedback microfonico.
D’ordinanza interscambiabile, fra
noise (attuale e d’un tempo), e freak (senza pace ne amore in
vista).
L’approccio rigoroso ed asciutto, applicato alle sei
composizioni, da parte di Andrea Borghi, Filippo Ciavoli
Cortelli
, Alberto Picchi e Nicola Quiriconi,
intercetta e percorre, un’arteria nobile e stimolante, nel corpo
sfatto del rock.
Materiali bruti, lanciati su autostrade kraut,
che attingono indifferentemente, dall’eruzione Faust, quanto
dall’ascensione Popol Vuh.
Il jazz compreso, nelle sezioni
a maggior depressione di “Funhouse”, la composizione
circolare, di La Monte Young e Terry Riley.
In
avanti, con acredine Throbbing Gristle, e fissità
isolazionista Main.
Umori Godflesh, ad aleggiare,
torvi e nichilisti, mentre nel vuoto, gracchianti e contrapposte, una
composizione di Xenakis, un affondo di Niblock, un
vapore Zoviet France.
Sorta di bio-accumulo sensoriale, che
lentamente tracima, un’ipotesi radiante, d’inusuale fattura e
precisione.
Metalliche astrazioni, realmente lisergiche.
Raga
necessario seppur torturante.
Umanissimo intrico di tensioni e
rilasci.
Fra le migliori uscite dell’anno in termine.

Voto: 8

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