(Interbang Records 2010)
Il 2010 è stato un anno prolifico per l’ex Bad Seeds, nonostante la brutta polmonite che lo ha colpito. Alcuni mesi fa ha pubblicato l’acclamato “BKO” con i Dirtmusic e adesso questo nuovo intrigante progetto.
Sempre lontano dagli schemi convenzionali in queste nove tracce l’artista australiano, coadiuvato da una band internazionale e di tutto rispetto, nella quale sono presenti: il chitarrista Antonio Gramentieri ed il percussionista Diego Sapignoli dei Sacri Cuori, la violoncellista americana Vicky Brown, (collaboratrice dei Calexico) e il bassista olandese Erik Van Loo ( Willard Grant Conspiracy), riesce a colpire l’ascoltatore con folk-blues umbratile ed imploso, che si avvicina molto alle suggestioni che riescono a creare Mark Lanegan e Leonard Cohen.
I testi di questo disco, infatti, trattano tematiche inerenti la morte, dato che il disco è stato registrato in una vecchia villa di campagna in Italia, in un periodo in cui Race era affetto da una fastidiosa polmonite che lo ha costretto a seguire il lavoro di post-produzione dal divano a causa della febbre. La presenza di artisti provenienti da gruppi come Calexico e Willard Grant Conspiracy non è casuale, dato che in quasi tutti i brani si respira un’aria simile ai dischi di questi due gruppi.
Evidentemente Race voleva proprio ricreare determinate atmosfere plumbee ed evocative, riuscendoci molto efficacemente.
Voto: 8
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