Andrea Borghi ‘Moltiplicazioni’

(Lisca Records 2010)

Quaranta minuti circa, di spettrale ricerca,
ambient/negativo/isolazionista.
Sei movimenti, per basso
elettrico, effetti, pedali, e trattamenti in tempo reale con
Max/Msp.
Tutto abbastanza consueto, ma il risultato, è in
questo caso, altamente sopra la media di genere.
Feedback,
rimbombi, segnali granulari tipo morse, oscillazioni, sinistri spazi
vuoti.
Un panorama irreversibilmente plumbeo, non privo di motivi
di interesse (in alcuni passaggi, siam prossimi
all’entusiasmo…).
Noise prosciugato dal noise, che tende il
collo, in cerca di una relazione esterna.
Weird music catacombale,
fra composizione colta e asciutta, e sgranatura/sibilo, nei dintorni
di Like Rats.
Caos metodicamente strutturato, fra pause, e
peregrinazioni stordite sul baratro.
Main, probabile, un
indizio Gary Smith, cenni rituali, buoni per il T.O.P.Y.,
rasoiate fra collo e coppino, inceppi ritmici gelidi e
catatonici.
Andrea Borghi (anche negli ottimi Vipcancro),
organizza le masse sonore in movimento, con grazia scultorea.
Gioco
di compressione emozionale, fra penitente attesa e barlumi di
speranza.
Nel fondo, espressione profondamente romantica (un certo
tipo di romanticismo…).
Sei fascinose composizioni, abrasive e
asciutte, che instaurano un singolare dialogo con l’ascoltatore.
In
alcune particolari condizioni, addirittura piacevole.
Suscita
interesse, rispetto e scarsa noia.
Non poco.
Consigliato.

Voto: 7

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