(Schole Records 2010)
Come i colori di una vecchia polaroid, i suoni proposti da Heine Christensen, richiamano l’andamento a ritroso dei ricordi. In arte Ghost and tape da circa 4 anni, Christensen musicista danese residente a Barcellona, parla dell’omonimo album come un viaggio interiore compiuto tra fotografia analogica, drum and bass, grunge, elettronica e genere folk. Già perché proprio la fotografia e le numerose band in cui ha suonato, hanno fatto sì che ‘Ghost and tape’ rappresentasse per l’artista il giusto compromesso tra suoni e immagini vintage orientati in perfetto stile lo-fi. Ogni traccia, da Onesome in poi, rimanda a strumenti acustici e alla mixture di vecchi nastri in sottofondo che ben si fondono con la trama elettronica.
Ad aver influenzato il suo genere, così particolare, troviamo l’eco di Jan Jelinek , Part Timer, Skyphone, Opiate, The Remote Viewer e la produzione inglese Moteer, per poi giungere all’ambient japponese. Ma nella sua musica c’è dell’altro. Christensen lavora con le armonie, sperimenta accordi e crea nuovi livelli di sonorità giocando con bit minimalisti e suoni analogici per poi processarli o lasciarli – tal volta – al naturale. Tutto si snoda sull’improvvisazione. Affascinante è per l’artista in questione arricchire la composizione dei suoi brani con “materiale reale”, rendendo più viva la percezione della realtà che si desume dalle sue canzoni. Sarà per questo che Akira Kosemura lo ha fortemente voluto in ‘Note of Seconds’ con l’inedita Pasqua e in ‘Clarity’ con Its morning, proponendogli infine l’album di esordio con la Schole. E il risultato non ha deluso le aspettative.
Le Tracce:
01. onesome
02. bless the blind
03. sister
04. cradle (with Akira Kosemura)
05. to scratch
06. ghostday
07. pretty drops
08. automatic
09. its morning
10. science of sundays
11. loop charm
12. lorenzos day
Voto: 7
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Autore: nuvolediaristofane@gmail.com