Erik De Cordier ‘Dyshim’

(Ephre Imprint 2010)

Da Palermo Erik De Cordier.
Venti minuti di suono, per
l’interessante label inglese di ricerca, Ephre Imprint.
Fra
collage, elettroacustica, ambient e drone.
Una visione
complessiva, tutto sommato datata, ma non priva di fascino, fra il
catatonico ed il contemplativo.
Filamenti di suono, estirpati da
aeroporti di notte, chiese sconsacrate, cimiteri, palazzi
abbandonati, ipermercati immersi nel riposo notturno.
A questo, si
aggiunge la passione dell’autore, per l’utilizzo di frammenti,
provenienti dal mondo del paranormale (nei ringraziamenti, troviamo
un medium ed una sensitiva).
Strumentazione analogica e montaggio
digitale.
Punto di forza, la tracimazione brumosa dell’impasto
ottenuto, che si apre in affranti squarci, d’ambienti in
rovina.
Riesce ad intaccar la superficie, ma in quanto a
penetrazione, c’è ancor da lavorare.
López,
Tsunoda, Aube, Duncan, Logoplasm, Eric
La Casa
, son ancora su di un altro pianeta.
Non scarta, non
destabilizza, scorre placido, fra un possente avvitamento romantico e
l’altro.
Suoni notturni, riordinati in struggenti masse
ambientali.
L’impatto e la narcosi son garantiti, per l’immersione
in paesaggi spinali, a poi.

Voto: 6

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