(Wallace Records 2011)
Dopo il Mediterraneo L’Enfance Rouge attraversa l’Adriatico, sponde del viaggio il Montenegro e la Puglia: “Bar – Bari”, e mai titolo poteva essere più appropriato.
“Un disco elettrico, sinistramente occidentale, un album senza concessioni, dritto e dinamico, potente e ricercato” lo definiscono, e a ragione: messa da parte ogni incursione nella musica araba o balcanica, resta solo uno scheletro di post/math rock furioso, istantanea del declino dell’Impero Occidentale, che si appresta ad entrare oggi in un nuovo Medioevo, forse fisiologico, sicuramente morale. La “Barbarie Contemporanea”.
Diversi i brani ripescati, come di norma, dalla discografia precedente: meno orpelli e respiro, più rabbia, anima e cuore, ascoltare Pequisitions o Gabes le Soir (Maribor Le Matin); anche nei brani a minore impatto (Grande – Survie, con la Locardi alla voce) le tinte sono costantemente fosche e minacciose, come l’illustrazione in copertina ad opera di Igor Hofbauer, collettivo Komikaze. Spicca sicuramente Vengadores, tensione allo stato puro: ottime sia la prima parte, con un Cambuzat in stato di grazia, sia la seconda, ospite alla voce Bertrand Cantat dei Noir Désir.
Un disco di transizione per un’era di transizione, scelta ben ponderata la loro: ottimo punto di partenza per chi, folle, ancora non li conosca; per gli altri le novità saranno probabilmente inferiori rispetto al solito.
D’altronde, dopo quasi 20 anni di eccellenza e continua innovazione, Francois Cambuzat, Chiara Locardi e Jacopo Andreini non hanno più da dimostrare niente a nessuno.
Voto: 8
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Autore: alealeale82@yahoo.it