(Autoprodotto 2010)
Non ero affatto preparato a questo piattino prelibato che si celava dietro il nome, per me sconosciuto, dei The Great Saunites, trio di Lodi che sapientemente mescola in uno stregato pentolone massicce dosi di acidità psichedeliche, sabbia del deserto e oscuri presagi semi-stoner. E d’altronde, è giusto che le sorprese arrivino così… non annunciate.
Il risultato è di quelli da leccarsi le “‘recchie”, un sound granitico, che si estrinseca in maniera lasciva lungo le labirintine strade di Blythia, pezzo iniziale dell’ep. Si va invece su paesaggi esotici con la successiva Isaiah, di gran lunga più misteriosa e intrigante, composta di una lunga parte centrale di tastiera e lontani richiami sitar. Ho sentito più di un richiamo a Matt Uelmen in alcuni fraseggi, ma forse qui è solo la mia estrema nerdaggine a parlare. Dopo diversi minuti, il pezzo esplode con potenti note di basso e richiami più puramente psych, poi si ferma e poi riparte in una cavalcata tremenda fino alla fine. Spettacolare.
Nella conclusiva Santiago invece è la voce a farsi sentire, volteggia sullo sfondo insieme a qualche nota di basso e delle maltrattate percussioni, per un perfetto finale misterioso.
Ottimamente prodotto e suonato, ‘TGS’ presenta la band in maniera ideale, in ogni sfaccettatura sperimentale e nella potenza del loro sound.
I nostri hanno fatto uscire già un nuovo album, ‘Delay Jesus ’68’, che speriamo di poter ascoltare quanto prima.
Voto: 8
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