(A Beard of Snails/Eclipse/Norman 2011)
A meno di un anno dal precedente “ Find A Shelter Along The Path”, l’urgenza espressiva di Lorenzo Bracaloni pare voler emergere con impeto vigoroso. Il songwriter, nascosto sotto il moniker The Child Of A Creek, è giunto ormai alla quarta prova sulla lunga distanza ma le sue composizioni dal gusto onirico, lisergico ed ancestrale non risentono del benché minimo segno di stanchezza.
Lasciata la Seahorse di Paolo Messere per varcare i confini nazionali ed approdare all’etichetta danese A Beard Of Snails, Bracaloni non ha cambiato il suo modo di fare musica a 360°, componendo, suonando, registrando e mixando (realizzando addirittura il raffinato artwork del disco) tutto il materiale contenuto nei 43 minuti di questo disco, esattamente come ha sempre fatto in passato.
Così impugnando di volta in volta chitarre, flauti, tastiere, synth, percussioni e molto altro, Lorenzo continua il suo personale viaggio tra le viscere della natura e l’animo umano a colpi di folk apocalittico e quasi medievale, con un virata verso l’oscurità in quest’ultimo lavoro che si fa più accentuata che in passato.
La nuova dimensione dark del “bambino del torrente” è evidente sin dal drone nero sulfureo che divora Echoes In The Sunrise, traccia di apertura e manifesto del disco. Riti atavici riecheggiano invece in Wilderness, come immersa in un mondo di elfi e creature del sottobosco delle quali diffidare. Dolore e solitudine opprimono la voce di Bracaloni in Under The Emerald Sun, schiacciati sotto rintocchi ossessivi. Solo in The Voyager, per la prima volta, un senso di ariosità eterea sale sopra le nostre teste. Le mani protese al cielo (Hands Against The Sky) indicano un tentativo disperato di difesa verso uno spirito oscuro che man mano si sta impossessando di noi. L’arcobaleno (Rainbow) sembra dirci che c’è ancora una speranza di salvezza, ma l’ipnosi ascetica di Shivers sembra presto ricondurci sotto la coltre spessa di un male che pare invincibile. E allora dopo questo inverno notturno infinito, non resta che sperare che la primavera si schiuda e ci liberi (Waiting For The Spring To Come).
I racconti “primitivi” di The Child Of A Creek puntano all’evocazione delle sfera più vicina all’istintività animale che è in noi. Musica dalle profondità dei ghiacci eterni, costretta ad emigrare per emergere.
Voto: 8
Link correlati:The Child Of A Creek Official Site