Milky Wimpshake ‘My funny social crime’

(Fortuna Pop! 2010)

Ultimamente c’è la tendenza a cercare la bellezza nel disastro per diversità. Da quel che leggo in giro questo è proprio un caso analogo. Ho faticato tanto ad arrivare alla fine di quest’album per un unico motivo riassumibile in questa frase: I Milky Wimpshakes, band inglese pop-punk attivi dal ‘93, dovrebbero cambiare cantante. Tutto parte dalla sua voce: impersonale, stonata e noiosa. Riesce ad afflosciare qualsiasi melodia. Per carità, non che tutto debba basarsi sull’esecuzione vocale ma potersi permettere stonature volute e continue in un album è roba di pochi che hanno da offrire molto altro per testi, personalità, comunicazione, e non è questo il caso. Eppure quando non sono impegnati in melodie punk-pop scontate e acerbe come Broken Again, Eyeball to Eyeball, Clicking it, i Milky Wimpshake tirano fuori il meglio di cui sono capaci con originalità. Alice Nebulea mi aveva fatto sperare in qualcosa di vivace con la sua melodia rock-pop orecchiabile e quel “pa parapappà” ripetuto (un probabile singolo), Patchwork ha una musica davvero bella sostenuta da un violino malinconico, Lorraine ha una certa raffinatezza inglese d’altri tempi arricchita dal ritmo cadenzato di uno xilofono e Murdering Pigs in London sembra quasi un moderno e suggestivo inno celtico tra violini ed elettronica. Ovviamente il problema della voce rimane. Un vero peccato.

Voto: 4

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Autore: rakyrock@hotmail.it