(Fortuna Pop 2010)
Darren Hayman sembra volerci rassicurare. Prima di tutto con i colori. Verde. Speranza. Verde. Tranquillità. Verde. Intimità. La foto in copertina ti fa pensare di avere un bel posto dove sedere anche sotto la pioggia. Nel retro di “Essex Arms” c’è un messaggio. Rissumendo, ci dà il benvenuto nell’Essex e oltre la siepe, il caprifoglio, le bugie arrugginite, il romanticismo e combattimenti nella foresta, lì, in quella landa un pò sperduta tra il puro e il corrotto troveremo il vero amore. Non so cosa aspettarmi da lui mentre metto su il cd. Il suo passato solista o comunque i progetti lontani dagli Hefner sono discutibili e altalenanti. Insomma, here we go. Continua questo percorso di esplorazione verso terre inglesi lontane e inconsuete. La periferia. L’Essex deve averlo ispirato particolarmente infatti ritrova una buona (ma aimé non ottima come un tempo) vena folk pop, il senso della melodia e del ritornello. Onnipresenti (marchio di fabbrica) il banjo, mandolino, archi e fiati. Creano una bella atmosfera di fondo ma questa volta sono la chitarra, il basso e batteria a spadroneggiare. Un bene, ma anche un male. Tutta questa voglia di creare continuità sonora morbida ed intima, fa sì che spesso quest’album manchi di incisività e sconfini nel noioso e monocorde nonostante bei momenti come Calling out your name again (con il featuring di Emmy The Great), la divertente Cocoa Butter impreziosita da un violino che riesce a dare un suono d’altri tempi e la più malinconica Dagenham Ford. La parola chiave sembra essere “essenzialità” nonostante gli arrangiamenti curatissimi (ed ecco la grande importanza dei Secondary Modern). Non c’è continuità con il lavoro precedente, anzi c’è un discreto ritorno alle origine di “The Fidelity Wars”, ripreso in parte, non del tutto. Il punto di forza sono ancora i testi. Darren si sta buttando anima e corpo nel songwriting tipicamente folk, più negli argomenti trattati che nel modo data l’ironia e il sentimentalismo ma anche il grande cinismo. Testi che parlano di ipocrisia. Quella stessa che c’è dietro la bella immagine di un giardinetto tipicamente inglese curato e accudito che nasconde in realtà orrore e rifiuti umani. La bellezza della natura vs la crudeltà dell’uomo.
Troveremo davvero il vero amore o ci saremo già annoiati nel cercarlo in questo fantomatico Essex?
Voto: 5
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Autore: rakyrock@hotmail.it