(Boring Machines/Goodfellas 2011)
Alessio Gastaldello, fondatore dei Jennifer Gentle, con il moniker Mamuthones giunge alla sua terza produzione, la seconda per l’etichetta Boring Machines, e per fare questo si allarga coinvolgendo Marco Fasolo co-fondatore dei Jennifer Gentle alla chitarra e Maurizio Boldrin, batteria storica che ha attraversato il beat e si è distinto nella band di Pino Donaggio. Il lavoro, osannato dal solito Julian Cope, da Wire e Uncut, è una discesa senza luce negli inferi della psiche, una discesa lascivamente piacevole per le nostre orecchie inconsapevoli. Una graduale partenza con un brano che propone squarci musicali lievi, non a caso intitolato The Call lascia subito il posto alla cavalcata tribale di The First Born, metonimicamente selvaggia, ostile ma affascinante. Il terzo brano Ota Benga devasta ulteriormente i nostri timpani mentre A New Star ci concede qualche attimo di pausa e ci fa riprendere fiato facendoci riambientare a noi stessi. Per poco, perché subito dopo la selvaggia psichedelia di Kash-O-Kashak ci riporta nel delirio sonoro, per farci ricadere successivamente in contemplazione nel mistico ambiente in cui ci immergiamo con MJ74, brano registrato da Boldrin nel 1974 e degno preludio alla conclusione di Ave Maria litania tribale ripresa e rielaborata dal precedente album. Conclusione che può non aver fine, basta la semplice pressione sul tasto play.
Voto: 8
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