Giovanni Maier ‘The Talking Bass’

(Long Song Records 2010)

Fresco, immediato e coinvolgente.
“The Talking Bass”
del contrabbassista Giovanni Maier, è quel che si suol
dire, un gran disco.
Agili e potenti composizioni, sfuggenti alle
grinfie del tempo.
Lavoro di fino, che brucia d’estrema urgenza
espressiva.
Nove tracce, tutte first take (buona la prima…), fra
tradizione afroamericana e notturni scenari metropolitani.
Un
quartetto elastico e sublime.
Giovanni Maier al contrabbasso,
Scott Amendola a batteria e percussioni, Luca Calabrese,
tromba e flicorno, Emanuele Parrini, viola e
violino.
Evoluzioni strategicamente immediate, epidermiche.
Un
fitto dialogar d’insieme, lieve come piuma.
Pregevoli inserti
solisti (sempre perfettamente funzionali alla struttura complessiva),
e tanta, tanta energia.
Un vero piacere l’ascolto.
Ritmico
tritar d’ossa (l’incontenibile Disk Dosk), esaltanti e
reattivi blues (Crayon Rouge e la sua andatura strascicata,
con fulminante assolo di tromba), armonie dolenti (Due Cellule,
perfetta per un film di Ken Loach. Nessuna resa, riprender
fiato casomai).
Ed ancora, bruciature contemporanee (Pampaluna
e le sue interferenze), le acidità assortite di El Manda,
la dissonanza emotiva di Soft Transitions, la rincorsa corale,
intermittente, di Leroy Vinnegar, lo sbattimento
notturno/frenetico Wrong Is Right (da ustione nel centro), il
suo crollo nervoso finale.
“The Talking Bass”
risplende.
La bellezza e la sua apparente semplicità.

Voto: 8

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