(Hertz Brigade Records / Audioglobe distribuzioni 2011)
Dopo anni di gavetta nell’underground torinese e un gran numero di concerti, ci dicono i nostri, L’Inferno di Orfeo (nome quasi degno di un gruppo progressive anni ’70) arrivano al debutto con questo ‘Canzoni dalla voliera’, che rappresenta un po’ la summa del loro stile con qualche nuova idea aggiunta nel misto.
I piemontesi sarebbero in nuce una band di blues/rock, ma ascoltando gran parte del loro disco, questo è uno stile che fa capolino ogni tanto, spesso fuso insieme a notevoli influenze cantautoriali italiche e un misto di funk e psichedelia (come nell’amara Trent’anni, tra l’altro un ottimo pezzo).
Per quanto non sempre la band riesca a centrare perfettamente l’obiettivo, è difficile non prenderli subito in simpatia, specialmente grazie alla cura e all’attenzione che ripongono in ogni arrangiamento, nei testi in italiano curati e mai banali e nella loro attitudine tra il serio e il faceto. Insomma, mi son convinto immediatamente della bontà della loro proposta.
Per esempio, il singolo In collina, lontano è orecchiabile e decisamente evocativo dal punto di vista lirico, anche se non riesco a ignorare il fatto che a volte il cantante Sydney Silotto si avvicini pericolosamente alla tonalità di certo rock da radio nostrano… la cosa è abbastanza spaventosa. Fortunatamente, il problema non si ripropone sugli altri pezzi, e, anzi, bisogna sottolineare come L’inferno spesso picchi seriamente come nella funky rock Non si era detto di parlare?. Spettacolare anche il rabbiosissimo finale di L’età lirica, con i suoi amarissimi strilli “Babbo natale è morto!!!”.
Di bei momenti in ‘Canzoni dalla Voliera’ ne troveremo molti, impossibile non promuovere in pieno il primo lavoro dell’Inferno di Orfeo, gruppo che si rivela intelligente, attento e preparato. Bravi.
Voto: 8
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