(Autoprodotto 2011)
Quest’oggi ci troviamo di fronte a un’annosa questione: dovremmo incoraggiare e sperare in chi, evitando quei carri di bestiame che sono i reality show per “nuovi cantanti”, preferisce invece partire dal basso e fare le cose in proprio? Per me la risposta è semplice: va incoraggiato chi ha talento, al di là del mezzo.
E qui veniamo a parlare dell’esordio della diciannovenne Carmen Palmieri. La cantante campana ha composto un dischetto sincero, otto pezzi di pop/rock in gran parte chitarristico, cantato interamente in inglese. E su quest’ultimo particolare, casca il primo famigerato asino.
Francamente la pronuncia della Carmen mi ha lasciato abbastanza inorridito, non tanto perché peggio della media, ma perché lei stessa dice di avere una gran passione e vocazione per l’idioma… ma tra testi allegramente sgrammaticati, pur nella loro semplicità, e pessima pronuncia, ci son rimasto alquanto stranito.
Ma d’accordo, transeat… vocalmente come stiamo messi? Beh, la Palmieri non ha certo una tonalità sgradevole, ma non è di quelle che si ricordano, essendo né tecnicamente né naturalmente dotata. Ergo, si lascia ascoltare e si dimentica. Purtroppo neanche le canzoni aiutano molto a identificare la Carmen musicalmente, causa anche la pessima scelta di iniziare con quelle più dimenticabili dell’intero lavoro: pop leggero e generico spalmato su due pezzi praticamente identici tra loro.
Un pochino meglio fa Nobody Knows, ma suona piuttosto derivativa e alla lunga si conferma pure un poco noiosa. Il singolo Without End è, fortunatamente, la canzone migliore del disco: frizzante al punto giusto, una melodia leggera e memorabile al punto giusto. Caruccio, sicuramente.
Rain invece tenta una svisata a la Elisa senza riuscire più di tanto, Like a Dream praticamente ricalca gli stessi accordi di My Immortal (ah la mia giovinezza…!) nella strofa e la somiglianza lascia alquanto sgomenti. Si chiude benino con Who Are You, dove anche la voce della Carmen esce un po’ meglio di quanto ascoltato in precedenza.
Insomma, difficile al momento definire la Palmieri un talento, data una certa immaturità della sua voce, per carità anche naturale, e della sua proposta musicale, indecisa tra pezzi frizzanti e momenti più riflessivi e cantautoriali. Vedremo.
Voto: 5
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