(Pfmentum 2011)
Sofisticata emanazione, ‘Micro Temporal Infundibula’.
Fin
troppo.
Abile sestetto, che ruota intorno alla coppia Paul
Pellegrin (batteria e percussioni) e David Borgo (sax
tenore e soprano, di cui abbiamo recentemente parlato, in occasione
dell’ottimo progetto KaiBorg).
Composizioni, arrangiamenti
e produzione, tutta farina del loro sacco.
Perno centrale, il
motore ritmico di Pellegrin, che scompone, analizza e suggerisce una
complessa serie di figure etno/jazz.
Evoluzioni intricate e
luminose, fra rimandi letterari importanti e accurate note tecniche
d’interno copertina.
Un diamine di lavoro, per il quale,
l’acquolina in bocca, potrebbe esser ampiamente
giustificata.
Potrebbe, ma tuttavia, questo girovagar fra spunti
jazz e richiami etnici (Africa, Sud America ed Est Europa), ci lascia
parzialmente interdetti.
In alcuni frangenti, siam al limite di
una fusion, ricercata e globale, non proprio invitante.
Un
intricato tappeto di batteria e contrabbasso (Danny Weller),
pulitissimi soli di armonica cromatica (Bill Barnett), di
vibrafono o marimba (Nathan Hubbard), del sax di Borgo.
Strana
impressione intermittente, par di esser capitati per sbaglio, dalle
parti di Donald Fagen (ma potrebbe esser anche un
complimento).
Alcuni passaggi, son veramente troppo per le mie
orecchie brute, ma di certo, suonati da Dio (e potrebbe per alcuni,
esser anche questo un complimento).
Paul “Junior”
Garrison alla chitarra, agisce defilato, rilascia calde onde
armonizzanti, elimina eccessi solisti ed intorbidisce lo sfondo.
Ed
alla lunga, è quello che ne vien fuori meglio.
‘Micro
Temporal Infundibula’ non centra il bersaglio pieno, ma alcune
delle sue proposte, son di fatto, men che ottime.
Jeannot’s
Knife (con l’immancabile contributo di Jeff Kaiser, fra
tromba e live electronics), che azzecca una bella congiunzione afro
europea (i fiati, son puro piacere In Opposition).
Ossuary,
che all’Africa di cui sopra, sostituisce un taglio
sudamericano.
L’iniziale Deprong Mori (il nome di un
diavolo di pipistrello venezuelano), fresca, carezzevole, intrigante
(gran lavorio di Garrison).
Tehuantepec, caffè
europei e andazzo strascicato da Centro America (dove la marimba è
pura delizia).
Le sezioni impro ed i Balcani evocati da
Gnomon.
Ottimi spunti che fan ben sperare per il
futuro.
Nel frattempo, prestargli orecchio prima dell’acquisto, è
consigliato.
Voto: 6
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