(Autoprodotto 2011)
Arriva dalla capitale il trio degli Akosmia, che si definiscono come un powertrio uguale agli altri… ma diverso da tutti perché cantano in italiano e non fanno punk. Uhm… d’accordo, ok. Confesso che mi han fatto sorridere quando ho letto che dichiarano di aver suonato a feste di compleanno e in vari licei, mi ricorda un po’ la mia adolescenza e quanto fosse patetica.
Torniamo a noi, però. La proposta musicale dei tre si colloca in un limbo ideale tra la malinconia a la Marlene Kuntz e la rabbia malamente contenuta dei primi Verdena. Proprio quando spingono su quest’ultimo pedale i nostri convincono abbastanza, un po’ meno quanto quando si adagiano sulla malinconia (Marshmallow, pur arricchita dai violini). E’ chiaro che siamo di fronte a una proposta ancora piuttosto acerba e che necessita di lavoro e attenzione.
Però ecco, spezzo una lancia a favore degli Akomia, specialmente perché trasudano una sincerità rinfrescante, tipica di un gruppo che crede in quel che fa, nonostante sia ben lungi dalla perfezione. Diamogli credito.
Voto: 6
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