(Autoprodotto 2011)
La passione per le opere del grande Jules Verne ci ha portato diversi risultati in campo artistico, tra cui un ultimo bruttino capitolo della saga di ‘Ritorno al futuro’… ma fortunatamente anche qualcosa di positivo, come questo doppio album a firma del livornese Massimo Ruberti.
Il nostro è un polistrumentista, qui aiutato da una serie di collaboratori, che arricchiscono di chitarra acustica, sax e violino il sound elettronico di questa sorta di colonna sonora immaginaria del romanzo “Autour de la Lune”. I limiti di un’operazione del genere risultano subito evidenti, anche se altrettanto ovvio il fascino di questo tentativo.
Il primo cd è dedicato alla partenza, arrivando fino alla prima visione del satellite da parte degli astronauti; si apre con Columbiad, pezzo introduttivo con delle interessanti spolverate di glockenspiel, che tende a stancare dopo qualche minuto. Problema che purtroppo spesso unisce diversi pezzi del primo cd (come pure Sensation, l’eccessiva durata senza andare molto al di là della riproposizione di vari spezzoni musicali. La mia preferita, invece, è The Death of Satellite, dall’atmosfera tremendamente malinconica e gorgogliante.
Il secondo cd è naturalmente nominato “le retour”, ove gli astronauti ritornano tristemente sulla terra, senza aver realizzato il sogno di atterrare. Qui troviamo atmosfere sicuramente più quiete, rotte dall’elettronica più fredda in Sunlight e dal bel violino di Laura Lo Conte in Tycho. La finale e ritmata The Fall poi sembra praticamente perfetta per dei titoli di coda che scorrono lentamente sullo schermo.
Come detto in apertura, si tratta di un esperimento valido, nonostante qualche ovvio limite, che diventa impossibile da ignorare se teniamo conto del fatto che è libero da copyright e scaricabile.
Voto: 7
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