(Autoprodotto 2011)
La storia dei capitolini WakeUpCall, come raccontata dal foglio di accompagnamento, inevitabilmente solleva più di una domanda. I nostri nascono alla fine del 2009, e va bene, registrando i primi pezzi con il produttore americano Beau Hill. Eh? Come è successa esattamente questa cosa?
Risposte non ne abbiamo, ma da lì si passa subito a suonare in giro per l’Italia e poi via in studio per registrare i nuovi pezzi, proprio quelli che ci presentano nei venti minuti dell’Ep, con tanto di guest star Olly Riva, dei The Fire, in Here to Stay. La cosa più sorprendente di tutta questa storia è che tutt’ora la band non abbia un contratto discografico, e quindi stia facendo tutto da sola… boh, non lo so, forse mi sfugge qualcosa, ma comunque tanto di cappello.
In ogni caso, questo lavoro ci consegna una band sostanzialmente pronta per il mercato, che ha ben studiato le ultime tendenze melodiche dell’hard rock e ha sfornato un prodotto furbetto, sicuramente grazie anche alle frequentazioni passate (e presenti). Le cinque canzoni funzionano, dall’hard rock più aggressivo dell’iniziale Revolution, ai pezzi più strettamente attenti alla melodia come Before I fall, c’è ben poco di lasciato a caso. Forse solo la pronuncia anglosassone.
In ogni caso, difficile gridare esattamente al miracolo. Quando le cose si fanno bene già in giovane età, bisogna dirlo, ma per il momento nel sound dei nostri non vedo niente di originale o particolarmente sincero. Pronti per il mercato, come ho detto, ma tutto lì.
Voto: 7
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