(Navona 2010)
Brani: Guilherme Schroeter, Johannes Brahms Sergei Rachmaninov e Wolfgang Amadeus Mozart
Un cd dedicato al pianismo è The Pianistic Musings, da Wolfgang Amadeus Mozart a Sergei Rachmaninov, passando per Johannes Brahms, con alcune composizioni di questo imponente repertorio intervallate dalle opere più recenti del brasiliano Guilherme Schroeter.
Di questo pianista e compositore, nato a Rio de Janeiro nel 1960 e definito come“compositore neo-romantico” nel suo sito ufficiale, il cd propone il Piano Concerto op. 216, n. 5 “Juvenile”, interpretato da Vaclav Macha e dalla Moravian Philharmonic Orchestra, diretta da Micka Vit, e il Nocturne in fa minore, op. 211, n. 15, con Martin Levitsky al piano. La magniloquenza dei tre movimenti dell’op. 216, ispirati al giocoso mondo dell’infanzia – Children Playing, Children Dreaming, Children Playing – rivelano l’influenza del repertorio per pianoforte e orchestra ottocentesco e, in particolare, della musica chopiniana rivista dal neoromanticismo novecentesco statunitense. In particolare è riconoscibile la cifra stilistica di Rachmaninov, con cui sembra condividere la predilezione per melodie ampie e riconoscibili, e di cui la compilation propone il n. 4 (Presto) dai Moments musicaux, op. 16, affidati al pianista, pronto anche ad evocare gli chopiniani Preludio op. 28, n. 3 ed Etude op. 10, n. 12 (il cosiddetto Studio rivoluzionario).
Al carattere infuocato del presto rachmaninoviano, è contrapposta la sesta delle 7 Fantasie, op. 116 (1892), opera della maturità musicale di Johannes Brahms, affidato al pianista Marti Levitsky: si tratta del terzo Intermezzo, il pezzo più meditativo e assorto della raccolta, caratterizzato da una parentesi centrale di alta cantabilità.
A conclusione di questo excursus diacronico nel pianismo tardo e post-romantico, ecco un’opera mozartiana, interpretata da Arthur Abadi al pianoforte, accompagnato nuovamente dalla Moravian Philharmonic Orchestra, diretta da Vit Micka: il Piano Concerto n. 5 in re maggiore, K. 175, dalla struttura tradizionale in tre tempi (ricalcata anche dai compositori che seguirono, fino allo stesso Schroeter), e considerata dallo stesso Wolfgang Amadeus Mozart, diciassettenne al tempo della sua composizione, come l’opera pianistica più riuscita, soprattutto nel finale (Allegro).
Interessante per gli accostamenti e i rimandi storico-estetici tra i brani, ‘The Pianistic Musing’, oltre a avvalorare l’eclettismo dell’etichetta indipendente Navona Records, propone quindi un ampio del repertorio pianistico dal periodo classico al tardo e post-romantico, da non perdere per gli appassionati della musica neo-romantica, in particolare statunitense.
Voto: 8
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Autore: mara.lacche@alice.it