(Reality Entertainment Music / Andromeda distribuzioni 2011)
Apparentemente il fatto che questo disco di debutto dei Fever sia stato prodotto da Cristiano Santini è motivo di gran interesse, tutti lo citano e ci tengono a sottolineare quanto la sua produzione sia stata importante. Personalmente non mi ha entusiasmato (eh sempre bastian contrario), mi è sembrata troppo tenue per un gruppo che comunque spinge su un palese hard rock anni ottanta che, come ci ricordano gli Spinal Tap, necessita sempre di un Big Bottom.
Considerazioni sonore a parte, i dieci brani del debutto della band ternana filano via senza problemi, muovendosi in uno spazio ideale tra il recente Bon Jovi, i mitici Journey e i Motley Crue, ovviamente con la metà degli anni e molta più spinta. Vocalizzi su registro costantemente alto, riff di chitarra che pompano e immancabili inserimenti che fanno tanto coatto (cowbell, talk box, ecc).
Abbiamo detto che il disco fila liscio, e infatti così è… probabilmente fin troppo visto che di momenti memorabili non ne registriamo molti. Per carità, neanche di mosci o di grandi passi falsi, è una mezz’oretta messa insieme con cura e attenzione: abbondanza di momenti muscolari più le immancabili due ballad, tra cui una ignobilmente melodrammatica (For you). Il tutto è particolarmente rivolto a catturare in primis il pubblico, però ho la sensazione che senza singoli di punta non si andrà molto lontano. Per ora, comunque, è un primo passo sicuramente positivo.
Voto: 6
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