(Autoproduzione / Molotov Booking 2011)
Dopo averli incontrati nel 2004 in occasione del loro secondo album eccoci ad incrociare di nuovo il cammino dei Contradamerla. Nel frattempo non sono certo stati con le mani in mano: un altro album nel 2007, “Via dei dollari”, e nel 2010 la presentazione del reading di “Altai” ad opera di Wu Ming 2. In attesa dell’imminente nuovo album un piccolo assaggino, l’ep “Minimondo”.
La radice non cambia: brani strumentali pensati, a detta della band, quali colonne sonore per film immaginati. Ed hanno ragione: Contradamerla è un carillon polifonico dagli ingranaggi lubrificati a suon di sogni; suggestioni e sonorità ieri legate alla tradizione nostrana (e si parlava di folklore) provengono oggi da ogni angolo del pianeta: sovrapposizioni di stili e luoghi che non esistono se non nelle menti avide di ricordi, un sound al crocevia tra exotica post-globalizzazione e hypnagogia pop. Più strano a dirsi che a farsi.
Ecco dunque che Amsterdam si trasforma in Copacabana, ritratta al tramonto in una cartolina sbiadita degli Anni ’70, mentre il Piccolo arredo portatile di Pap si fa danzare in malinconiche pellicole d’animazione francesi (per rimanere al presente, penso a “L’illusioniste” di Sylvain Chomet); Hawaii di cartapesta nel surf-rock giocoso di chitarre e organetto di Verderame, sintesi di Balcani, Oriente, polvere dei Calexico e umori da poliziesco all’italiana in Ci sono giorni migliori degli altri.
E infine la fisarmonica nella marcia intitolata L’eroe, unico brano cantato del lotto, un’esplicita accusa ai mestieranti della guerra (chiaro il riferimento a Quattrocchi): in un mondo mini come quello di oggi, i mali diventano macro.
A volte ritornano: bienvenue à nouveau.
Voto: 7
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Autore: alealeale82@yahoo.it