(Octopus 2010)
I Low-Fi sono un quartetto campano attivo dai primi anni Zero ma che solo nel 2010 arrivano, grazie alla fiducia accordata loro dalla Octopus e alla produzione di Giuseppe Fontanella (chitarrista dei 24 Grana), alla creazione di questo ep di esordio.
Un esordio che si pone su un crinale tradizionalmente rock, saltellando dal garage alla dark-wave con sottili venature sintetiche. Cinque tracce per circa venti minuti di musica che rendono l’idea delle coordinate stilistiche entro le quali si vogliono muovere i quattro, che pur restando ancora al classico formato chitarra-basso-batteria, non disdegnano capatine elettroniche (vedi l’incalzante Something).
Il minidisco è nettamente diviso in due parti radicalmente diverse tra loro. Le prime due tracce, Garage Floor e Wrongness, si impostano su un indie-rock ruvido e chitarristico abbastanza ordinario, figlio del grunge e del garage degli decenni passati. Il paesaggio inizia a cambiare con No Morning, trait d’union con la seconda parte del dischetto, nella quale i nostri imboccano la via di un post-punk fortemente Eighties. The White Lane è figlia illegittima dei Joy Division, mentre le tastiere dilatate di Something, la migliore del lotto, esplorano con una netta sensazione di desolazione ambiti quasi goth.
Confusione o evoluzione in atto? Buoni spunti ci sono, l’imminente full lenght di esordio, atteso per il 2012, dovrebbe dirimere la questione.
Voto: 6
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