(Still fizzy 2011)
Prodotti da Paolo Benvegnù, i reggiani Piccoli omicidi, benché formatisi nel 2005, con ‘Ad un centimetro dla suolo’ pubblicano il loro esordio sulla lunga distanza, collocandosi nel calderone dell’indie-pop italiano.
In queste undici tracce si riscontra la formazione del trio fatta dai numerosi ascolti del miglior indie-rock italiano degli anni ’90 e primi 2000, vale a dire quello suonato da Afterhours, La Crus, Marlene Kuntz, Verdena, ma anche Moltheni.
La struttura dei brani, infatti, è molto spesso basata su ballate elettroacustiche, molto semplici e chiare, morbide e raramente urticanti. In Fino alla fine i Piccoli omicidi raggiungono i territori di un pop molto raffinato, pari a quello con cui si esprime Mario Venuti e colpisce la semplicità de Il mondo rosa.
In scaletta anche la riuscita cover di Vedrai vedrai di Luigi Tenco, oltre ad un brano dedicato alla tragedia del Vajont, Va Giò (Vajont), che date le alluvioni che in questi giorni hanno colpito Genova e Messina è appropriata nel far riflettere su come la classe politica italiana continua a permettere lo stupro del nostro territorio.
Voto: 7
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