(Autoprodotto 2011)
Vi presentiamo oggi un giovane gruppo orvietano, che con cinque canzoni ci propone un gustoso piattino che riesce ad abbracciare diversi generi, senza però perdersi nel nulla, e non dimenticando l’orecchiabilità.
A tal proposito, più che l’iniziale Stand Up che scorre via come acqua fresca senza rimanere molto impressa, citerei la notevolissima Another Flower, quasi progressive nel suo volteggiare leggiadramente dallo swing al rock e con un delizioso intermezzo di violino e la bella voce solitaria della Cinzia Catalucci.
Black Hand in the Sky ritorna invece al rock più seventies, con risultati comunque apprezzabili, poi andando a concludere con un altro paio di pezzi ben suonati, tra cui una notevole ballata finale con un comparto orchestratico sintetizzato (deduco, considerando che nessuno dei membri suona gli archi) che fa comunque un’ottima figura. Il gruppo umbro è tecnicamente ben preparato, sia vocalmente che strumentalmente e c’è davvero poco da recriminare.
Posso solo consigliare di continuare così, magari focalizzando le energie sugli aspetti migliori dei loro pezzi e prepararsi a un bell’esordio sulla lunga distanza che ascolteremo molto volentieri.
Voto: 7
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